Il mercante che portava le sue merci per la vendita sulle piazze commerciali (le piazze del mercato, delle verdure e del porto), entrava ad Iseo da località “Le Pórte”, situata all’inizio di via Mirolte (Müre Ólte, le mura alte) dopo aver oltrepassato “la Fòsa”, il fossato che circondava il Castello Oldofredi.Percorreva la cerchia delle mura (Via Cerca) per arrivare al Sombrico poiché, prima di piazza della Quadra (piazza Mazzini), esisteva il “caravanserraglio”.Questi era un luogo si sosta, spesso anche notturna, riservata ai mercanti che con i loro muli e carretti giungevano da lontano. Era necessario quindi un luogo sicuro, al riparo da malintenzionati, dove potessero essere ricoverate le mercanzie; per questa ragione veniva chiuso da due porte (le portelle). La prima era collocata all’inizio del Palás Reàl, la seconda alla fine del volto della costruzione dirimpettaia. Ancora oggi sono visibili i cardini che sostenevano queste portelle, da cui il vicolo prende il nome. Portelle collegava Sombrico con piazza del Mercato (piazza Garibaldi) ed anche in questa parte di Iseo troviamo l’impronta di Venezia. Il
“sottoportego” con le travi tonde (Bore), il Palàs, la facciata sulla destra con intonaco e colori originali, la forma della piazzetta compresa del cortiletto in acciottolato con un tombino in pietra. In primavera ed in estate, una esplosione di verde sui muri e sulle facciate, profumi antichi, unici, che danno fascino anche ad una casa abbandonata, cadente, con una loggia a due piani, un corto sottoportego con vecchie porticine, storie di fondaci, facchini, reti in ferro antitopo, miseria e solidarietà. Proseguendo,sulla destra, dignitose case ottocentesche e sulla sinistra i segni del medioevo, i resti di un portale, la forma delle costruzioni che cercano la luce, concio di torri. Prima di arrivare in piazza, però, questo vicolo ti sorprende ancora con un “viculì”, un carrugio, una viuzza medievale larga non più di due metri, un canyon urbano che collega vicolo Portelle con vicolo Borni. In questo luogo, giorno, sera o notte, la sensazione di essere in un luogo magico, in un altro tempo.
Flam
“sottoportego” con le travi tonde (Bore), il Palàs, la facciata sulla destra con intonaco e colori originali, la forma della piazzetta compresa del cortiletto in acciottolato con un tombino in pietra. In primavera ed in estate, una esplosione di verde sui muri e sulle facciate, profumi antichi, unici, che danno fascino anche ad una casa abbandonata, cadente, con una loggia a due piani, un corto sottoportego con vecchie porticine, storie di fondaci, facchini, reti in ferro antitopo, miseria e solidarietà. Proseguendo,sulla destra, dignitose case ottocentesche e sulla sinistra i segni del medioevo, i resti di un portale, la forma delle costruzioni che cercano la luce, concio di torri. Prima di arrivare in piazza, però, questo vicolo ti sorprende ancora con un “viculì”, un carrugio, una viuzza medievale larga non più di due metri, un canyon urbano che collega vicolo Portelle con vicolo Borni. In questo luogo, giorno, sera o notte, la sensazione di essere in un luogo magico, in un altro tempo.
Flam